Mario Calabresi e i diari della bicicletta di Franco Monnet
Pubblicata il 5 luglio 2010 alle 10:35
«Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi.» Come si esce da una crisi (e dalla crisi), come si supera una perdita, un insuccesso, un fallimento? Che cosa accade nel cuore di chi cade e trova la forza di rialzarsi? Con il suo ultimo libro, “La fortuna non esiste”, Mario Calabresi ci ha emozionati di nuovo con un racconto di vita in prima persona, una storia fatta di storie vere, storie di persone incontrate in una lunga traversata degli Stati Uniti d’America alla ricerca di chi ha saputo nascere due volte. Ed è anche l’occasione di parlare del Piemonte, dell’Italia e dell’Europa, del tempo che stiamo vivendo, delle prospettive di un territorio di confine. A dialogare con il direttore de La Stampa,venerdì 23 luglio alle 17,30 in Piazza del Municipio, ci saranno il direttore de L’Eco del Chisone, Pier Giovanni Trossero, e il direttore di Riforma-L’Eco delle Valli Valdesi,Luca Maria Negro.
Alle 21,15, al Teatro del Forte, a Torre Pellice arriva lo spettacolo Il giro del mondo in bicicletta di Franco Monnet – I diari. Franco Monnet, giornalista fotografo e scrittore piemontese, è nato nel 1962 e quando non è in giro per il mondo risiede in Toscana. Appassionato di diversi sport è viaggiatore dall’età di vent’anni. Tra le sue mete: il Circolo Polare Artico, l’Africa, il Medio Oriente e l’Oriente, l’Indocina, la Cina e il Tibet, il Centro e Sud America, l’Oceania e parecchia Europa. Si sposta a piedi, in autostop, con i mezzi locali, in canoa attraversa la Selva Amazzonica in solitaria, da cui ne trae un libro, “Puroremo” (EDT edizioni), e approda, poi, alla bicicletta con cui compie il Giro del Mondo ritornando in Italia dopo due anni.
Di quel viaggio vuole condividere la magia vissuta e non sceglie un libro per farlo: il racconto, oggi, lo narra in un teatro, come accadeva una volta.
In una girandola d’immagini coinvolgenti, accompagnate da musiche etniche, si susseguono, letti e recitati, alcuni tra i più significativi passaggi dei diari del viaggio. Si entra così dentro al suo Giro del Mondo. Sfila la strada sotto le ruote e si attraversano paesi e culture pedalando tutti insieme. Ci si abbandona ai colori più sgargianti e si percepisce l’odore delle cose, della tremenda fatica, delle paure e delle gioie. E per un breve attimo ci si trova tutti amanti della libertà, del respirare a pieni polmoni l’aria più fresca che esiste e di essere ancora semplicemente dei bambini. Come dice Claude Marthaler: “La bicicletta permette ai bambini di crescere e diventare adulti; agli adulti di sognare e restare un po’ bambini…”.
Lo spettacolo è scritto da Enzo Tumminello e Franco Monnet. L’attore è Eugenio Gradabosco che cura anche la regia. Le fotografie sono di Franco Monnet e Paolo Focherini Coizzi.
Di quel viaggio vuole condividere la magia vissuta e non sceglie un libro per farlo: il racconto, oggi, lo narra in un teatro, come accadeva una volta.
In una girandola d’immagini coinvolgenti, accompagnate da musiche etniche, si susseguono, letti e recitati, alcuni tra i più significativi passaggi dei diari del viaggio. Si entra così dentro al suo Giro del Mondo. Sfila la strada sotto le ruote e si attraversano paesi e culture pedalando tutti insieme. Ci si abbandona ai colori più sgargianti e si percepisce l’odore delle cose, della tremenda fatica, delle paure e delle gioie. E per un breve attimo ci si trova tutti amanti della libertà, del respirare a pieni polmoni l’aria più fresca che esiste e di essere ancora semplicemente dei bambini. Come dice Claude Marthaler: “La bicicletta permette ai bambini di crescere e diventare adulti; agli adulti di sognare e restare un po’ bambini…”.
Lo spettacolo è scritto da Enzo Tumminello e Franco Monnet. L’attore è Eugenio Gradabosco che cura anche la regia. Le fotografie sono di Franco Monnet e Paolo Focherini Coizzi.