Qualche giorno fa uno dei maggiori siti di informazine on-line ilpost.it ha pubblicato una interessante guida su come le aziende come google scelgono i propri dipendenti. Ve ne proponiamo uno stralcio, troverete il resto dell'articolo qui.
Secondo molti analisti e società di ricerca, Google è uno dei posti migliori al mondo dove lavorare. I suoi impiegati lavorano in strutture accoglienti e confortevoli e in cambio del loro duro lavoro ricevono numerosi benefit e servizi, compresa la possibilità di dedicare parte del loro tempo in azienda per portare avanti propri progetti e iniziative personali. Come spiega William Poundstone sul Wall Street Journal, si stima che ogni anno Google riceva almeno un milione di richieste da persone che vogliono lavorare per la società. In media solo una domanda di impiego su 130 va a buon fine. Per farsi un’idea: ad Harvard, una delle università più esclusive al mondo, la media è di una domanda accettata ogni 13.
Il processo di selezione di Google è in molti casi rigido e prevede colloqui impegnativi, con domande tese a capire quanto i candidati siano creativi e in grado di pensare fuori dagli schemi. Una delle classiche domande suona più o meno così:
Vieni ridotto alla grandezza di una moneta da cinque centesimi e vieni gettato in un frullatore. La tua massa è stata ridotta, quindi la densità è quella tua solita. Le lame inizieranno a muoversi dopo 60 secondi. Che cosa fai?
Dopo aver formulato la domanda, l’esaminatore si trincera dietro il suo laptop in attesa di una risposta. L’ipotetico candidato risponde che cercherebbe le monetine che ha in tasca, per poi lanciarle nel meccanismo del frullatore per bloccarlo. L’idea sembra buona, ma l’esaminatore fa notare che ha un grande difetto di fondo: nei frullatori il blocco delle lame è sigillato e isolato dal meccanismo del motore, altrimenti i liquidi frullati ci finirebbero dentro. Il candidato prova allora a dare qualche altra risposta, ma l’esaminatore non sembra molto convinto e alla fine lo congeda con il classico: le faremo sapere.
Poundstone spiega di aver raccolto negli ultimi anni decine di domande formulate dagli esaminatori ai colloqui di lavoro per Google. Quella del frullatore è una domanda ricorrente e nel corso del tempo alcuni candidati hanno anche cercato di ribellarsi, criticando il sistema usato dalla società per selezionare chi potrà lavorare o meno nei suoi uffici. Il fatto è che Google non è necessariamente sempre alla ricerca delle persone in assoluto più intelligenti o con migliori capacità. Google cerca i candidati più adatti per Google.
È più difficile di quanto possa sembrare. E il problema che deve affrontare Google interessa con sfumature diverse centinaia di altre società, non necessariamente della Silicon Valley. A causa della crisi economica, le opportunità di lavoro si sono ridotte negli Stati Uniti e le imprese sono diventate molto più selettive ai colloqui di lavoro: non si possono permettere grandi errori e vogliono essere certe di assumere la persona che meglio si adatta alla posizione lavorativa disponibile. Sui forum online candidati che non ce l’hanno fatta e che hanno provato presso diverse società pubblicano le domande, i quiz e le strane richieste ricevute nel corso dei colloqui. Società come Johnson&Johnson, la compagnia telefonica AT&T e Bank of America propongono quesiti come:
Se tu fossi un supereroe, quale vorresti essere?Quale colore rappresenta meglio la tua personalità?Che animale sei?
Quelli di Goldman Sachs chiedono ai loro candidati qual è il valore in Borsa della società, a Morgan Stanley chiedono di raccontare un articolo interessante letto sul Financial Times e JP Morgan Chase chiede il valore del pi greco, badando a quanti numeri dopo la virgola è in grado di ricordare il candidato. Altre società hanno domande più dirette come: quanto ti ritieni strambo in una scala da 1 a 10?
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