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venerdì 20 gennaio 2012

FryDa (MODENA CITY RAMBLERS) tra Memoria e Resistenza @ Teatro del Forte


Venerdì 20 gennaio 2012 avremo l'onore di rappresentare al Teatro del Forte di Torre Pellice (TO) uno spettacolo inedito legato alla Giornata della Memoria (27 gennaio 2012). Lo spettacolo sarà ad ingresso libero con offerta, ed è patrocinato dal Presidio "A.Montinaro" di Libera Val Pellice e dal Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione Repubblicana. Lo spettacolo sarà arricchito dal prezioso contributo locale: sono infatti previste letture di testimonianze e di testi di memoria di ieri, ma anche contemporanea (visti gli episodi di razzismo di questi giorni a Torino, Firenze etc).

“ ANTISEMITISMO E RAZZISMO – IERI COME OGGI – INTOLLERANZA CULTURALE ”

FryDa, il funambolico duo tosco-sabaudo composto da Francesco “Fry” Moneti (violino, mandolino, saz) e Daniele “Danito” Contardo (organetto, fisarmonica, oud) viaggia in musica con il bagaglio leggero dei migranti e dei popoli della diaspora. I loro strumenti – il violino e la fisarmonica diatonica (da noi meglio nota come organetto) – sono tra i prediletti da chi viaggiava portandosi appresso meno bagaglio possibile, che fossero carovane rom in viaggio tra Romania, Francia del Sud e Andalusia, disertori e partigiani su monti innevati o migranti – irlandesi, italiani, francesi, ebrei, spagnoli – imbarcati verso il Nuovo Mondo (gli ebrei dell'Est Europa lo chiamavano la Goldene Medine, la Terra d'Oro, salvo poi maledirla dagli sweatshops dei ghetti..) con immancabile tappa la quarantena di Ellis Island! Il bagaglio più “pesante” e impalpabile era un tessuto, fitto e fragile, di musiche. Musiche che intrecciavano ricordi, storie, incubi da esorcizzare e parole di speranza e di rivolta, sotto forma di epiche ballate narrative, struggenti dichiarazioni d'amore, satire pungenti, canti partigiani in yiddish, francese o occitano nella comune ricerca di una vita migliore, o semplicemente reels, gighe, valzer, fandanghi, freilech e kolomeyke per danzare, sfrenarsi e conoscersi senza bisogno di parole. Musiche irlandesi, basche, klezmer, balcaniche e mediterranee che hanno ispirato compositori come Bizet, Liszt e Bartók nella vecchia Europa e Goodman e Gershwin nel Nuovo Mondo, ponendo le basi per la musica Americana per eccellenza del Novecento, il Jazz.

Il viaggio musicale dei due vagabondi avvolge lo spettatore tra note, canti e racconti alla riscoperta delle culture popolari e “altre” del vecchio continente. In impalpabili arpeggi, furiose smanticiate, sensuali svisate e ossessivi picotage, le storie dei popoli rivivono continuando il sempiterno processo folk di descrizione e rielaborazione, dimostrando, secondo la visione gramsciana della stessa, quanto la cultura egemonica possa essere il prodotto dei processi di ascesa/discesa culturale, contro l'imposizione globalistica di una cultura uguale per tutti che non tenga conto dell'Anima dei contributi popolari. Il klezmer, la musica degli Ebrei dell'Europa dell'Est, è per noi europei quello che il blues è per gli americani: uno specchio oscuro della nostra storia. Una musica triste che fa stare bene. Che piega le note e si contorce per le scale, sempre in bilico tra maggiore e minore. Come il blues. Lo spettacolo si arricchisce vieppiù di sfumature con l'aiuto del mandolino elettrico, dell'eterna fisarmonica che spazia per tutto il continente, ed in ultimo l'oud arabo e il saz turco, fascinosi strumenti a corda diffusi anche oltre la cultura islamica, dall'Africa Sub-Sahariana all'Asia Centrale alla Spagna.

Il duo – "bianchi", europei, goyim (non ebrei) – ha conosciuto le radici e gli ambienti congeniali di queste musiche in luoghi come il Treno della Memoria e le scuole dei Territori occupati di Palestina. Da bravi cantastorie fissano sulle dita e sugli strumenti il ricordo delle storie ascoltate e le portano via sotto nuove forme per scatenare un sorriso e una nostalgia, per mostrarci la reciproca umanità, nella quale si respira ogni singolo contributo delle manifestazioni locali, veri e propri regali all’identità composita dell’Europa.

FryDa sono:

• FRANCESCO FRY MONETI - violino, multieffetti, mandolino, saz, voce
• DANIELE DANITO CONTARDO - voce, organetto diatonico, fisarmonica, oud

FRANCESCO FRY MONETI , aretino, violinista e polistrumentista, in seno ai Modena City Ramblers dal 1996, con loro ha realizzato dieci album e suona in ogni parte d'Italia di fronte a club sold-out e in piazze affollate e si esibisce in tutta Europa e in buona parte del mondo (Cuba, Messico, Bolivia, Guatemala, Sud Africa, Palestina etc). Richiestissimo strumentista per molteplici realtà musicali, è anche endorser e dimostratore di chitarre, amplificatori, corde e violini. Un innovativo violino elettrico della liuteria Carioni porta il suo nome.

DANIELE DANITO CONTARDO , torinese, organettista, polistrumentista e giullare del XXI secolo, si definisce suonicista randagio per illustrare l'ecletticità del suo impegno artistico tra musica, didattica e ricerca teatrale. Collaboratore dei Modena City Ramblers a più riprese, ha realizzato con loro due album e partecipato a progetti di ambito culturale e sociale in Italia e all'estero come Acqua per la pace in Palestina in collaborazione con Ucodep, il Treno della Memoria per Auschwitz e il tour e dvd Onda Libera – Carovana antimafia in collaborazione con Libera. 
info presa da
https://www.facebook.com/events/210741819009131/
http://www.facebook.com/frydaduo
 
 
 

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